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Quando fare REBRANDING?

Negli ultimi anni avrai visto molte grandi aziende cambiare la propria identità visiva, il proprio brand. Alcune in maniera quasi impercettibile, altre stravolgendolo completamente e, guardandoli, molto probabilmente ti sarai chiesto: “quando bisogna fare rebranding?” oppure “a cosa serve fare rebranding?”.

Cercherò di spiegarlo in maniera semplice in questo articolo, facendo degli esempi molto chiari e parlando anche di quelli che hanno fatto discutere di più.

Ma partiamo dall’inizio.

Cos’è il brand?

Il brand non è solo il logo dell’azienda o del prodotto, è un messaggio chiaro e autentico, composto da immagini, testi, colori e anche suoni, che serve a farsi riconoscere e ricordare dai propri clienti o potenziali tali. Per dirlo in maniera semplice, un po’ come il vostro taglio di capelli, unito al vostro modo di vestirci, al profumo che usate e alla musica che ascoltate. É l’identità dell’azienda.

In più, come ho scritto in un altro articolo (Trasformare il LOGO IN UN BRAND), il brand è anche una promessa che si fa ai propri clienti, quasi come se gli dicessi “con il mio prodotto otterrai quello che desideri”.

Quindi, perché fare rebranding?

Ci sono diversi motivi per cui un’azienda dovrebbe fare rebranding. Uno dei principali motivi di sicuro non è solo per gusto estetico, ma per dare un messaggio di evoluzione e cambiamento aziendale.

Cercando di riassumerli, questi secondo me sono i 5 motivi validi per cui bisognerebbe fare rebranding:


  1. Il focus dell’azienda è cambiato

É capitato a molte aziende di iniziare proponendo un determinato prodotto che con il passare del tempo è cambiato, evolvendosi o addirittura cambiando totalmente, portando l’azienda anche a rivedere il proprio business.
Un esempio sotto gli occhi di tutti sono tutti i rebranding fatti dalla case automobilistiche (solo per citarne alcune BMW, Nissan, Peugeot e Volkswagen) che si stanno spostando tutte verso l’elettrico, quindi vogliono comunicare il messaggio “sono cambiata, ora non inquino più e ci tengo all’ambiente”.


  1. Il target è cambiato

Questo succede periodicamente. Le società cambiano, le nuove generazioni crescono in un mondo diverso da quello dei propri genitori e, di conseguenza, anche le aziende devono stare al passo e non rischiare di rimanere indietro. Bisogna sempre conoscere il proprio target e comunicare nella maniera migliore e più comprensibile per lui. Fare rebranding in questo caso, secondo me, diventa quasi obbligatorio se si vuole mantenere in piedi la propria azienda.
Un esempio è il rebranding fatto da Apple a fine anni 90. Fino al 1998 il logo era l’iconica mela con le bande colorate, questo perché si erano concentrati sui creativi ed in più erano stati tra i primi a vendere i computer con i monitor a colori. Ma, a ridosso degli anni 2000, tutti producevano monitor a colori e il solo pubblico dei creativi iniziava a diventare stretto. Quindi era arrivata l’ora di fare rebranding rendendo il logo più pulito e semplice, senza tutti quei colori, facendolo diventare un icona di stile e di perfezione adatto ai loro prodotti e desiderato da tutti.


  1. C’è stata una fusione tra più aziende

L’unione fa la forza, giusto? La fusione tra due o più aziende può avvenire per diversi motivi, la cosa importante però è farlo percepire ai clienti nel modo corretto, comunicando che la fusione ha dato vita a qualcosa di migliore rispetto a prima e che non avranno sorprese, quasi come se gli dicessero “se eri contento con noi prima della fusione ora lo sarai anche di più”. Un esempio recente è quello della fusione tra Unieuro ed Expert, dove hanno mantenuto i due rispettivi colori principali, il blu e l’arancione, aggiungendo un marchio a forma di cuore con il payoff “batte, forte, sempre”. La nuova azienda, nata dalla fusione, vuole quindi comunicare “la nostra passione e il nostro amore per la tecnologia e i nostri clienti ora è più forte che mai”.


  1. Espansione in un altro mercato

Quando si ha il controllo o quasi del proprio mercato, diverse aziende cercano di guardare anche altrove, questo per non rischiare di diventare obsolete o legate ad un mercato ormai saturo e vecchio.
Un esempio molto chiaro è il rebranding fatto dalla Juventus qualche anno fa, suscitando molto clamore e portandola sulla bocca di tutti, anche non addetti al settore o tifosi. Con questo rebranding l’obiettivo era quello di staccarsi dalla precedente gestione societaria (calciopoli vi dice qualcosa?) ma, soprattutto, differenziarla dalle altre squadre guardando anche al di fuori del calcio e dell’Italia. Il nuovo logo della Juventus infatti si stacca completamente dai classici emblemi calcistici, trasformandola così in qualcosa di più di una semplice squadra di calcio. Ora è un brand che punta al mercato internazionale proponendo intrattenimento e merchandising.


  1. Il brand era chiaramente vecchio

Proprio come scrivevo nel punto 2, le società cambiano e lo fanno anche i modi di comunicare e gli strumenti con cui comunichiamo. Basta solo vedere alcune cose cambiate dal 2010 ad oggi: gli smartphone fanno parte di noi, gli acquisti su e-commerce aumentano ogni anno e i social ci accompagnano in ogni momento della giornata. Di conseguenza anche le aziende e i loro brand devono adattarsi, evolversi e imparare a sfruttare tutti gli strumenti utili per raggiungere il proprio target. Non adattarsi vuol dire sparire, non esistere più. Un esempio in questo caso è Lego. Famosissima per i suoi mattoncini colorati, a fine anni 90 (se non ricordo male) aveva accusato un forte calo delle vendite. In questo caso non ci fu un cambio di logo o immagine, più che altro furono aggiunti altri strumenti e strade per arrivare al proprio pubblico: hanno creando serie animate, film e video giochi, avviato collaborazioni e partnership con altri brand (Star Wars, Marvel e Adidas per citarne alcuni) e creato delle vere e proprie esperienze che fondono l’online con l’offline. Anche questo fa parte del brand e quindi dell’identità dell’azienda.


In conclusione

Quindi, per rispondere alla domanda iniziale “quando fare rebranding?”, un’operazione di rebranding va fatta quando la propria identità, la mission e quello che si propone sono cambiati rispetto a prima o, soprattutto, quando non si riesce più a comunicare con il proprio target di riferimento perché è cambiato o diverso, proprio come gli strumenti e le tecnologie del momento.

Per decidere se anche la tua azienda ne ha bisogno, penso ti sarà più facile capirlo rispondendo a questa domanda: la tua azienda riesce a comunicare i valori e gli obiettivi attuali ai propri clienti?

Se vuoi possiamo valutare insieme il rebranding per la tua azienda o per il tuo prodotto. Contattami e parliamone.

A presto
Flavio Di Prima

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